mercoledì 4 novembre 2009

Akihabara: Disavventure in città, tra Manga e Ipocrisia

Può capitare, sicuramente può capitare. Ma vatti a spiegare con due poliziotti giapponesi ed una tipa grassoccia travestita da manga quando non parli la loro lingua. Ogni tanto, qualcuno si risente se si accorge di essere fotografato.... e questo mi da lo spunto per una lunga serie di riflessioni.
Prima di tutto i fatti: ero in giro per Akihabara, detta Electric City (per via dei numerosi negozi e negozietti di elettronica e simili), ma anche "regno" dei manga. Qui ci sono veri e propri santuari per gli appassionati del genere, compresi i Maiden Cafè, dove i bambinoni mai cresciuti si fanno coccolare dalle camerierine in costume. Beh, ad un certo punto mi si avvicina un  poliziotto con aria inquisitoria (ovviamente), che comincia a parlarmi regolarmente in giapponese.... poi ne arriva un altro, seguito dalla grassona di cui sopra.... Ecco spiegato l'arcano: li aveva chiamati lei. Conoscendo la lingua, visto che si era risentita, le avrei chiesto scusa, eventualmente cancellato gli scatti e via... Qui, invece ho dovuto aspettare mezz'ora, mentre i solerti tutori dell'ordine confabulavano con la centrale e curiosavano nella mia fotocamera. In centrale hanno qualcuno che parla inglese e, alla fine, tutto è andato a posto: foto cancellate, tante scuse e addio senza rimpianti.
A questo punto però, è necessario iniziare a fare delle riflessioni importanti, sia sul caso in particolare che con orizzonti più ampi.
Per prima cosa, se una va in giro per strada conciata così.... perché non potrei fotografarla?




E questa, che pubblicizza un Maiden Cafè è molto più carina, e poi lo fa anche per lavoro, mentre c'è chi si veste così solo per andare in giro.. alla tipa di prima avevo fatto un favore a dedicargli due secondi del mio tempo fotografico. Ma, anche le signorine dei Maiden sfuggono all'obiettivo appena se ne accorgono.  A questa ho mascherato il viso... mi dovesse denunciare....
Mi sorge un dubbio: che qui, le signorine tutte agghindate preferiscano farsi fotografare per altri motivi? Già,  perché nel perverso paese dove rischi di farti arrestare per una fotografia, le signorine di tutte le età, comprese quelle più giovani, magari vendono le loro mutandine (usate) per soddisfare i desideri dei pervertiti di turno. Qui, i riferimenti sessuali espliciti, dominati da un'inquietante tendenza pedofila, sono ovunque... anche nei distribtori automatici di bevande in mezzo alla strada...



 

Non parliamo poi dei santuari Manga che però, tra l'altro, fungono anche da magazzini di merci varie, per cui un ragazzino che entri la dentro può scegliere tra giocattoli, fumetti, videogiochi, attrezzature  e costumi per travestirsi come gli eroi preferiti (Cos play), bibite energetiche, merendine, articoli casalinghi, falli artificiali ed altre amenità..
Si, avete letto bene: falli artificiali.... se non ci credete, ecco la prova.

 



Si vede bene? Ma non è tutto: ecco i costumini che vanno per la maggiore: tutti giocati sul richiamo erotico, e tutti tendenti inesorabilmente verso la pedofilia. Tante Lolite in pose sexy e maliziose, con le gonne giro/passera, reggicalze vari (cosiddette leggins), ciglia finte e labbra rosse. C'è da scegliere: camerierine, studentessine, dottoressine, bamboline.....






 



Qui tutte quante esibiscono assolutamente "tutto" quello che hanno.... e anche quello che non hanno. Esibizionismo puro? Voyeurismo? Apparenza sopra ogni cosa. Ma che significato ha tutto questo?
E qui veniamo alle riflessioni più in generale. Di mestiere faccio il reporter, lavoro con la macchina fotografica. Riprendo immagini che hanno la pretesa di raccontare il mondo che mi circonda. Può essere un fiore, un luogo, un avvenimento o una persona. Mi faccio vanto di non indulgere mai negli effettacci di bassa lega, di non insistere sulle disgrazie umane, di non seguire la pornografia del dolore. Ho la pretesa di esprimermi in modo artistico e cerco sempre di cogliere la poesia che c'è nell'umanità. Un gesto, un abbigliamento, un abbinamento con un luogo, una luce. Tutto questo per poter raccontare. Dove finisce la mia libertà d'espressione, di cronaca, di stampa? Nei luoghi pubblici si può fotografare liberamente ma, una volta per ridicoli motivi di anti terrorismo (a Londra, ogni tanto, tentano di arrestare un fotografo), una volta perché a qualcuno gli gira male, questa libertà va sempre più restringendosi. Ma cosa sarebbe diventato oggi Cartier Bresson se, invece di cogliere l'Attimo avesse dovuto passare quasi tutto il suo tempo a farsi firmare liberatorie per l'utilizzo professionale delle sue foto. E non mi si venga a parlare di privacy.... argomento tanto sfruttato, quanto ridicolo ed aggirato pesantemenete e per fini ben più illegali di qualche scatto fotografico. In pubblico non può esserci privacy. Ho sempre odiato il politically correct, che anche questa volta ci hanno ammannito gli anglosassoni. E' pura ipocrisia. Tra poco, i medici non lavoreranno più, ognuno solamente intento a pararsi il didietro per evitare cause, i fotografi non fotograferanno più, i giornalisti non scriveranno più.... Ci vuole l'avvocato anche per uscire di casa la mattina. Però, si continua tranquilamente ad invedere l'Iraq, o l'Afghanistan per l'unico motivo che conta in questo mondo: il dio denaro.
Mala Tempora Currunt....
P.s. Sulla metro di Tokyo ci sono carrozze riservate alle sole donne, in certe ore serali e di prima mattina. Evidentemente, dopo aver bevuto un pò, i nostri giapponesini non si limitano a fotografarle le ragazzine seminude che li circondano dalla mattina alla sera. Magari anche quei due poliziotti lì.....


 





Nessun commento: